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Less is more

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Giovedì 30 aprile ore 21 - Cinema don Zucchini - via Guercino 19 Cento

Carissimi soci, amici e simpatizzanti, è con piacere che vi invitiamo al primo dei numerosi appuntamenti che fino al prossimo mese ospiteremo nel ns. territorio cento-pievese in occasione del Festival Terra Equa 2015.

L'ingresso è gratuito, vi chiediamo di  farvi voi stessi promotori dell'iniziativa invitando amici e conoscenti interessati a trascorrere una piacevole serata ... AL CINEMA!!!!

 

LESS is MORE crossing disability in Tanzania

Vi sono storie che entusiasmano, altre che appassionano; talune portano con sé preziosi insegnamenti e altre hanno il potere di lasciare un indelebile segno nelle persone che le ascoltano e in quelle che le vivono.

Se poi hanno anche la capacità di farti sognare e stupire, valicando i limiti della normalità, allora in quel caso si parla di favole.

LESS is MORE è una di quelle storie: capace di coniugare l’avventura in un luogo lontano – e per certi versi ostile – il coraggio e la determinazione nel mettersi alla prova, l’intraprendenza di un gruppo di volontari, la forza vitale della solidarietà ed infine l’elemento della sfida, della missione da portare a termine per consegnare un messaggio di speranza e di cambiamento.

Nato come un progetto a favore dei disabili dell’Africa, LESS is MORE è oggi un documentario, un viaggio in una terra in cui la dis-abilità è ancora sinonimo di dis-funzione e di dis-agio, un racconto ed una testimonianza tangibile di come la forza della volontà, l’energia e la determinazione di una persona disabile possano superare barriere e pregiudizi.

Gli ingredienti della favola ci sono tutti: un gigante buono, un bosco insidioso e un cavallo alato.

Il gigante buono è Norberto De Angelis, ex giocatore di football americano e volontario del CEFA che nel 1992, proprio durante una missione umanitaria in Tanzania, perde l’uso delle gambe in un incidente stradale. A ventun anni di distanza decide di ritornare in quel “bosco”, di ripercorrere quei sentieri e quelle strade che allora interruppero bruscamente il corso della sua esistenza e che segnarono l’inizio della sua seconda vita.

Il cavallo alato è invece la sua handbike, ormai divenuta inseparabile compagna di imprese sportive e con la quale egli attraversa la Tanzania da est a ovest, portando di villaggio in villaggio un messaggio di speranza e di incoraggiamento ai disabili africani.

Da Matembwe a Dar Es Salaam, passando per Njombe, Makambako, Ilula, Tanangozi, Iringa e Morogoro – località lontane dalle più rinomate rotte turistiche – espressione di un’Africa ancora rurale e povera. Agli allegri ritmi tribali, ai profumi ed ai colori intensi del continente nero fa da contraltare una realtà fatta di discriminazione ed emarginazione, in cui i disabili rappresentano spesso un’onta per la famiglia e per l’intera comunità.

Sono proprio questi luoghi però che, attraverso Norberto e la sua carovana della solidarietà, scopriamo essere anche teatro di straordinarie iniziative di integrazione e accoglienza; alle quali, con il suo passaggio, egli dà voce, visibilità e risonanza.

Le molte testimonianze di persone – donne, uomini e persino bambini disabili – che hanno avuto una possibilità di riscatto e di integrazione sociale attraverso i progetti di Less is More diventano, nel documentario, racconti commoventi e di straodinaria intensità.

Negli oltre 700 chilometri della traversata, gli sguardi incuriositi e stupiti svaniscono ben presto, dando spazio ad una contagiosa scia di energia positiva che Norberto lascia lungo il suo percorso. Il gigante riesce a coinvolgere, ad entusiasmare e a far sognare trasmettendo passione, determinazione e forza di volontà a chi ne ha bisogno.

Il segreto della sua pozione magica sta innanzitutto nell’essere anch’egli disabile, riuscendo così a stabilire un’interazione unica con gli altri disabili, impersonando una figura di eroe moderno e realistico in cui tutti possono riconoscersi.

Il secondo ingrediente è la sua handbike, il cavallo alato, un mezzo che da una parte gli permette di entrare in contatto con l’ambiente circostante, di conoscerlo e di interagirvi; dall’altro diventa esso stesso un simbolo di riscossa, di indipendenza e di libertà per i disabili.

Una storia che non è più soltanto una favola, ma che è diventata realtà.

Michele Romagnoli